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SONIA/SECONDO CD Le nove. Ho chiuso l'ingresso, ricostruito i miei movimenti: non avevo toccato niente. A parte il dente urtato col ginocchio, la scena era come l'avevo trovata. Asciugate le lacrime, calmato il singhiozzo che non m'ero accorta di avere, mi è tornato un po' di raziocinio: inerme, senza copertura, sola con un pluriomicida. Héctor seduto in poltrona, mani sui braccioli, camicia incollata al petto, volto squarciato, in attesa di parlare e sanguinare a morte. Aveva tentato in tutti i modi di farsi fermare, dare indizi sulle prossime mosse, ora stava per spiegarmi perché. Mi servivano un po' di tempo, un po' di stomaco e un piccolo bluff. Improvvisare. Sono tornata all'ingresso e l'ho socchiuso, senza catenella. Mi sono affacciata alla finestra che dava sulla strada e ho agitato un braccio come per rispondere a un saluto, poi gli ho detto: non sono venuta da sola. Giú in strada c'è una macchina con due uomini del reverendo Alphonse Bradley. Non puoi scappare. Siamo al primo piano, se vedo che hai brutte intenzioni basta un cenno e non ci mettono niente a salire, la porta è aperta e finiranno il lavoro cominciato dal mio amico Plotinus. Ora, dimmi, Héctor: perché?
Ho registrato tutto. Parlava, o meglio, farfugliava, gorgogliava e sputava sangue, s'interrompeva per tamponarsi il naso. Si confondeva, scivolava sempre piú spesso nello spagnolo. Si ripeteva. Scoppiava a piangere. Ascoltarlo era una fatica di Sisifo: mi sembrava di avere afferrato il senso, poi una frase cambiava il quadro. Ho fatto appello a tutta la mia lucidità.
Al termine di una notte che ha ucciso tre volte, ho in grembo un nastro pieno di mugugni disperati.




24. Il racconto di Ramirez


"Che ne avrà a dire essa, la severa COSCIENZA,
quello spettro sul mio cammino?"

WILLIAM CHAMBERLAYNE, Pharonnida

Mi chiamo Héctor Ramirez Delgado e tengo vergogna a dire il mio nome perché è come sporcare il registratore, Héctor Ramirez Delgado ha fatto cose brutte, ha ammazzato persone, se racconto tutto quello stiamo qua due giorni però io mi muore prima. Sono nato en San Francisco de Macorís, un pequeño pueblito en República Dominicana, da una famiglia povera però non troppo. Sono a New York un anno fa e quando [incomprensibile]. L'altra persona che tiene il mio stesso nome, Héctor Ramirez Delgado, la conosco da quand'ero un bambino, alla scuola. Il primo giorno la maestra fa l'appello e quando dice "Ramirez Delgado" rispondiamo in due, e abbiamo pure lo stesso primo nome! Io rimango di merda: perché non l'ho mai visto prima se la città non è grande?
Quell'altro Héctor mi diceva sempre contro, se io dice bianco lui dice nero, se io dice nero lui dice bianco, insomma gli stavo proprio sul cazzo, e era un violento, e parlava sempre a voce troppo alta, e delle volte anche fuori da scuola perché ci chiamavamo uguale davano la colpa a me per cose che faceva lui. Mi ricordo che... no, se dico anche quello non c'è tempo di dire le altre cose.
Insomma, l'altro Héctor non riuscivo piú a levarmelo di addosso, anche quando sono cresciuto piú grande, dove andavo io c'era anche lui e sempre c'era confusione, anche perché eravamo somiglianti, se andavo a ballare il merengue lui era già là che disturbava le donne e litigava sulla politica, urlava che il dictadór Trujillo era un bandido cosí il padrone del locale lo faceva buttare fuori altrimenti la polizia chiudeva, delle volte mi confondevano con lui e era sempre difficile spiegare che noi eravamo somiglianti e ci chiamavamo uguale. Questo quando avevo diciotto, diciannove anni, poi sono andato nella capitál, Santo Domingo, donde conducía el taxi per i turisti e i soldati americani. Trujillo había sido matado e c'erano comunisti in tutta l'isola. Una sera un soldato mi guarda male e mi dice: - Pues, no te recuerdas de mi?
Cosí scopro che anche l'altro Héctor è nella capitál e también guida il taxi! L'altro Héctor tiene que ser un comunista porque llama a los norteamericanos "imperialistas" e habla bien de Cuba e de Fidel Castro, e ese yanqui... ese soldado no creía que éramos dos personas diferentes, mirava la licenza sul cruscotto e diceva: - Pues, tu nombre es Héctor Ramirez Delgado, y tienes la misma cara del otro!
Un día incontro l'altro Héctor, per dirgli che sono stanco di essere scambiato per lui, però quello comincia sbraitare che è stanco di essere scambiato per me, che lui non è un ladro e devo smettere di rubare. Gli dico che non so di cosa parla, lui mi guarda e mi fa: - Conoce tu mismo, cabrón! Esto es el secreto!
Era come se fino a quel momento dormivo e mi sono svegliato, come quando ti ipnotizzano poi fanno snap! con le dita e non ti ricordi cos'è che stavi facendo prima. Sono tornato alla mia camera, e era piena di cose, piccole cose stupide, come bamboline, maracas, portacenere, bussole, libri... Ero un criptomane, así se dice en latín. Per molti anni ho tentato di guarire da solo, perché non ho denaro per andare da uno strizzatore di cervelli. Posso smettere di rubare per dei mesi, però poi comincio ancora. Entonces io ce l'avevo con l'altro Héctor perché per colpa sua mi credevano un comunista, e lui ce l'aveva con me perché per colpa mia lo credevano un ladro, e neanche un ladro serio: un ladro di cazzate.
Arriva l'anno '65, avevo ventiquattro anni quando i marines norteamericani occupano il mio paese per fermare i comunisti. Io mi passo bastante bene, mi rendo utile a un certo coronél, procuro las putas, las drogas e cuando [incomprensibile] e è stato quel coronél che mi ha fatto avere la carta verde per rimanere aquí negli Estados Unidos, dove sono arrivato un anno fa e comincio a fare le pulizie.
A quel punto incontro un cantante que se llama Joey Cafariello.

***

Però no, prima che incontro Joey ci sono altre cose importanti, io sono venuto qui con la carta verde grazie al coronél che però intanto si è morto di colpo di cuore. En muy poco tiempo, grazie a un amico di mio cugino Pablo ho trovato un appartamento che non costa molto en Williamsburg, e avevo dinero para un mes e poco más, però un amigo del coronél teneva una compagnia di taxi e stava disposto a darme lavoro, tenevo que rendir el examen para poder conducir el taxi, però en realidad non tenevo la patente, porqué había aprendido a conducir sin ayuda, da solo, e en Santo Domingo avevo sempre conducido el taxi con una patente falsa. Una reproduzione muy mala però pagavo per [incomprensibile] entonces l'ho mostrata al amigo del coronél che mi ha preso per il culo, nella rimessa todos se burlaron de mi. Perdone, sono stanco e fatico a parlare inglese e la mia bocca è rotta...
Allora tenevo verguenza e non volevo piú conducir el taxi en Nueva York. El amigo de Pablo, mi primo, me dijo che la sua sposa aveva cambiato lavoro e prima faceva le pulizie in Crown Heights e le signore cercavano una persona. En mi país gli uomini non fanno la limpieza, le faccende di casa, però tenevo che pagare l'affitto, e cosí ho empezado a trabajar.
Dopo un mese, forse due, en la tarde, estoy al supermercado e un tipo mi dice: - Ehi, non ti ricordi di me? - e mi dice il nome di un night club dove non sono mai stato, en Manhattan, però lui está seguro de conocerme e capisco: también el otro Héctor Ramirez Delgado está en Nueva York, ese hijo de puta no deja de romper las pelotas!
Sono andato al locale che diceva il tipo, dove suonavano la pachanga e quella nuova musica, il boogaloo. Lí l'ho incontrato, in fondo alla sala, vestito bene, intorno a lui stavano altre persone che ridevano, poi mi ha visto. Gli ho domandato che cazzo faceva qui en los Estados Unidos e lui mi ha guardato e mi dice: - Y tu? Tu que haces acá? - come se è normale che lui sta vestito bene in un locale di un paese imperialista, però anche se la cosa dava fastidio eravamo compatrioti, anzi, compaesani, cosí mi ha offerto da bere. Mi ha chiesto che lavoro facevo e io gli ho detto che facevo le pulizie e lui mi ha guardato con disprezzo perché es un trabajo de mujer, allora io gli ho chiesto che lavoro faceva lui, e mi guarda e mi fa: - Business. Mi occupo di business.
E io: - Business? Ma non eri un comunista? - e lui mi ride nella faccia e dice: - Todo se transforma, tío, esto es el país de las oportunidades, land of freedom, home of the brave! Entonces yo le pregunto si hay un puesto para mi, cosí non devo piú fare le pulizie, e poi teniamo lo stesso nome e la stessa faccia, somos como hermanos, però lui mi fa: - No es posible. Se qui dentro lavoro io, non puoi lavorare tu. Conoce tu mismo! - e io non capisco, e non capisco bene qual è il suo lavoro, e lui non me l'ha mai detto e poi [incomprensibile].
Però Héctor mi ha presentato Joey Cafariello, che era un cantante italiano, non so come o donde se conocéron, però mi sembrava che se Héctor non era piú un comunista, Cafariello ci entrava in un qualche modo porqué Cafariello era un fascista peor que Trujillo, teneva en el bolsillo una fotografia de Mussolini. Héctor diceva che Cafariello poteva offrire del lavoro per noi.
- Noi?
- Sí, hombre, nosotros.
Ese Cafariello era matto, un loco peligroso, un desequilibrado. Yo creo que era un caso de personalidades múltiples pero quien sabe, yo no soy un doctór...
Sono andato a tre o quattro incontri, sempre in posti diversi, delle volte c'ero solo io e delle altre c'era anche Héctor, però ci sono stati incontri che c'era solo Héctor e habláron de mi, non so cos'è che dicevano.
Quando c'ero io Cafariello non ha mai detto qual era il lavoro ma solo ha fatto tante domande e rispondeva sempre che tutto quello che dicevo era interessante e fascinante, non so perché. Parlavamo in una mescola di spagnolo e inglese e Cafariello andava dall'inglese al napoletano perché diceva che somiglia allo spagnolo, quizás...
Questi incontri erano prima della Navidad dell'anno passato. Alla fine ha detto che aveva una missione per noi due, e non era una missione gratis, lui pagherà bene, anche se il grosso del denaro arriverà dopo l'atto finale, ma quale questo atto finale lui non l'ha mai detto.
Io gli ho chiesto che missione era, e lui dice: fermare il declino de la civilización occidental. Una tontería, però Héctor diceva che aveva ragione e tutti e due insieme insistevano e mi hanno convinto, è come quando ti ipnotizzano e dopo del tempo fanno snap! con le dita, però io ho sentito snap! solo dopo dei mesi, e ho capito cosa stavo facendo.


25. Prosegue il racconto di Ramirez


Un tempo, per sfuggire a un incubo, ci si svegliava
Oggi si corregge il sogno al montaggio.
JEAN BAUDRILLARD

Cafariello diceva che in America ci stava una guerra e bisognava combatterla con acciones ejemplares, diceva che se bisognava decidere tra fascismo e caos gli americani onesti decidevano il fascismo.
Io gli ho chiesto chi erano gli americani onesti e che cos'era il caos.
Lui ha detto che gli americani onesti erano quelli che trabajaban, che tenevano famiglia, che di sera andavano a sentire una bella orchestra e fare quattro salti, che gli piaceva Sinatra e Tommy Dorsey, e invece il caos erano i comunisti, i capelloni, quelli con la barba che caricavano la molla ai negri, quelli che suonavano musica che era solo rumore e no se comprendía nada e cosí sporcavano tutto e facevano danni ai lavoratori e ai bravi musicisti, e per questo ci voleva il fascismo.

...continua


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