Il bugiardo

DOTT. Mi maraviglio di voi, signore; questa cosa non può essere.
OTT. Quel che io vi dico, son pronto a mantenervelo.
DOTT. Se siete galantuomo, preparatevi dunque a farmelo constatare; altrimenti, se è una impostura la vostra, troverò la maniera di farmene render conto.
OTT. Obbligherò a confermarlo quello stesso che, venuto ieri da Napoli, è stato ammesso alla loro conversazione.
DOTT. Mie figlie non sono capaci di commettere tali azioni.
OTT. Se sono capaci, lo vedremo. Se prendete la cosa da me in buona parte, sono un amico che vi rende avvisato; se la prendete sinistramente, son uno che in qualunque maniera renderà conto delle sue parole. (parte)


SCENA XXI

Il Dottore solo.

Oh misero me! Povera mia casa! Povera mia riputazione! Questo sì è un male, cui nè Ippocrate, nè Galeno mi insegnano a risanare. Ma saprò ben trovare un sistema di medicina morale, che troncherà la radice. Tutto consiste a far presto, non lasciar che il mal s'avanzi troppo, che non pigli possesso. Principiis obsta, sero medicina paratur. (entra in casa)


FINE DELL'ATTO PRIMO.

ATTO SECONDO

SCENA PRIMA

Camera in casa del Dottore.

Dottore e Florindo.

FLOR. Creda, signor Dottore, glielo giuro sull'onor mio. In casa questa notte non è venuto nessuno.
DOTT. So di certo che alle mie figlie è stata fatta una serenata.
FLOR. È verissimo, ed esse l'hanno goduta sul terrazzino modestissimamente. Le serenate non rendono alcun pregiudizio alle figlie oneste. Fare all'amore con onestà è lecito ad ogni civile fanciulla.
DOTT. Ma ricevere di notte la gente in casa? Cenare con un forestiere?
FLOR. Questo è quello che non è vero.
DOTT. Che ne potete saper voi? Sarete stato a letto.
FLOR. Sono stato svegliato tutta la notte.
DOTT. Perchè svegliato?
FLOR. Per causa del caldo io non poteva dormire.
DOTT. Conoscete il signor Ottavio?
FLOR. Lo conosco.
DOTT. Egli mi ha detto tutto ciò, ed è pronto a sostenere che ha detto la verità.
FLOR. Il signor Ottavio mentisce. Lo troveremo; si farà che si spieghi con qual fondamento l'ha detto, e son certo ritroverete essere tutto falso.
DOTT. Se fosse così, mi spiacerebbe aver date tante mortificazioni alle mie figliuole.
FLOR. Povere ragazze! Le avete ingiustamente trattate male.
DOTT. Specialmente Rosaura piangeva dirottamente; nè si poteva dar pace.
FLOR. Povera innocente! Mi fa compassione. (si asciuga gli occhi)
DOTT. Che cosa avete, figliuolo, che sembra che piangiate?
FLOR. Niente: mi è andato del tabacco negli occhi. (mostra la tabacchiera)


SCENA II

Colombina e detti.

COL. Presto, signor padrone, presto. La povera signora Rosaura è svenuta, e non so come fare a farla rinvenire; (al dottore) correte per carità ad ajutarla.

...continua


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