D'Andrea
compreso di profonda pietà, è rimasto veramente come balordo a mirarlo.
Si alzi via! E si metta a istruire questo processo che farà epoca, in modo che i due imputati siano assolti per inesistenza di reato; questo vorrà dire per me il riconoscimento ufficiale della mia professione di jettatore!
D'Andrea (alzandosi)
La patente?
Chiàrchiaro (impostandosi grottescamente e battendo la canna)
La patente, sissignore!
Non ha finito di dire così, che la vetrata della finestra si apre pian piano, come mossa dal vento, urta contro il quadricello e la gabbia, e li fa cadere con fracasso.
D'Andrea (con un grido, accorrendo)
Ah, Dio! Il cardellino! Il cardellino! Ah Dio! È morto... è morto...
L'unico ricordo di mia madre... morto... morto...
Alle grida, si spalanca la comune e accorrono i tre Giudici e Marranca, che subito si trattengono allibiti alla vista di Chiàrchiaro.
Tutti
Che è stato?
D'Andrea
Il vento... la vetrata... il cardellino...
Chiàrchiaro (con un grido di trionfo)
Ma che vento! Che vetrata! Sono stato io!
Non voleva crederci e glien'ho dato la prova! Io! Io!
E come è morto quel cardellino
subito, agli atti di terrore degli astanti, che si scostano da lui
così, a uno a uno, morirete tutti!
Tutti (protestando, imprecando, supplicando, in coro)
Per l'anima vostra! Ti caschi la lingua! Dio, ajutaci! Sono un padre di famiglia!
Chiàrchiaro (imperioso, protendendo una mano)
E allora qua, subito - pagate la tassa! - Tutti!
I Tre Giudici (facendo atto di cavar danari dalla tasca)
Sì, subito! Ecco qua! Purché ve n'andiate! Per carità di Dio!
Chiàrchiaro (esultante, rivolgendosi al giudice D'Andrea, sempre con la mano protesa)
Ha visto? E non ho ancora la patente! Istruisca il processo!
Sono ricco!
Sono ricco!
FINE
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