Tutt'e tre

- Diciamo improvvisato, - cercò d'attenuare il Migri. - Ora questa grave sciagura sopravviene fatalmente, come... sì, per dar tempo, ecco. Un differimento s'impone... per il lutto... e... E così si potrà pensare, riflettere da una parte e dall'altra...
Il professor Gori rimase muto per un pezzo. L'impaccio irritante che gli cagionava quel discorso, così tutto sospeso in prudenti reticenze, era pur quello stesso che gli cagionava la sua marsina stretta e scucita sotto l'ascella. Scucito allo stesso modo gli sembrò quel discorso e da accogliere con lo stesso riguardo per la scucitura segreta, col quale era proferito. A sforzarlo un po', a non tenerlo così composto e sospeso, con tutti i debiti riguardi, c'era pericolo che, come la manica della marsina si sarebbe staccata, così anche si sarebbe aperta e denudata l'ipocrisia di tutti quei signori.
Sentì per un momento il bisogno d'astrarsi da quell'oppressione e anche dal fastidio che, nell'intontimento in cui era caduto, gli dava il merlettino bianco, che orlava il collo della casacca nera della vecchia signora. Ogni qual volta vedeva un merlettino bianco come quello, gli si riaffacciava alla memoria, chi sa perché, l'immagine d'un tal Pietro Cardella, merciajo del suo paesello lontano, afflitto da una cisti enorme alla nuca. Gli venne di sbuffare; si trattenne a tempo, e sospirò, come uno stupido:
- Eh, già... Povera figliuola!
Gli rispose un coro di commiserazioni per la sposa. Il professor Gori se ne sentì all'improvviso come sferzare, e domandò, irritatissimo:
- Dov'è? Potrei vederla?
Il Migri gl'indicò un uscio nel salottino:
- Di là, si serva...
E il professor Gori vi si diresse furiosamente.

Sul lettino, bianco, rigidamente stirato, il cadavere della madre, con un'enorme cuffia in capo dalle tese inamidate.
Non vide altro, in prima, il professor Gori, entrando. In preda a quell'irritazione crescente, di cui, nello stordimento e nell'impaccio, non riusciva a rendersi esatto conto, con la testa che già gli fumava, anziché commuoversene, se ne sentì irritare, come per una cosa veramente assurda: stupida e crudele soperchieria della sorte che, no, perdio, non si doveva a nessun costo lasciar passare!
Tutta quella rigidità della morta gli parve di parata, come se quella povera vecchina si fosse stesa da sé, là, su quel letto, con quella enorme cuffia inamidata per prendersi lei, a tradimento, la festa preparata per la figliuola, e quasi quasi al professor Gori venne la tentazione di gridarle:
- Su via, si alzi, mia cara vecchia signora! Non è il momento di fare scherzi di codesto genere!
Cesara Reis stava per terra, caduta sui ginocchi; e tutta aggruppata, ora, presso il lettino su cui giaceva il cadavere della madre, non piangeva più, come sospesa in uno sbalordimento grave e vano. Tra i capelli neri, scarmigliati, aveva alcune ciocche ancora attorte dalla sera avanti in pezzetti di carta, per farsi i ricci.
Ebbene, anziché pietà, provò anche per lei quasi dispetto il professor Gori. Gli sorse prepotente il bisogno di tirarla su da terra, di scuoterla da quello sbalordimento. Non si doveva darla vinta al destino, che favoriva così iniquamente l'ipocrisia di tutti quei signori radunati nell'altra stanza! No, no: era tutto preparato, tutto pronto; quei signori là erano venuti in marsina come lui per le nozze: ebbene, bastava un atto di volontà in qualcuno; costringere quella povera fanciulla, caduta lì per terra, ad alzarsi; condurla, trascinarla, anche così mezzo sbalordita, a concludere quelle nozze per salvarla dalla rovina.
Ma stentava a sorgere in lui quell'atto di volontà, che con tanta evidenza sarebbe stato contrario alla volontà di tutti quei parenti. Come Cesara, però, senza muovere il capo, senza batter ciglio, levò appena una mano ad accennar la sua mamma lì distesa, dicendogli: - Vede, professore? - il professore ebbe uno scatto, e:
- Sì, cara, sì! - le rispose con una concitazione quasi astiosa, che stordì la sua antica allieva. - Ma tu alzati! Non farmi calare, perché non posso calarmi! Alzati da te! Subito, via! Su, su, fammi il piacere!
Senza volerlo, forzata da quella concitazione, la giovane si scosse dal suo abbattimento e guardò, quasi sgomenta, il professore:
- Perché? - gli chiese.
- Perché, figliuola mia... ma alzati prima! ti dico che non mi posso calare, santo Dio! - le rispose il Gori.
Cesara si alzò. Rivedendo però sul lettino il cadavere della madre, si coprì il volto con le mani e scoppiò in violenti singhiozzi. Non s'aspettava di sentirsi afferrare per le braccia e scrollare e gridare dal professore, più che mai concitato:
- No! no! no! Non piangere, ora! Abbi pazienza, figliuola! Da' ascolto a me!
Tornò a guardarlo, quasi atterrita questa volta, col pianto arrestato negli occhi, e disse:
- Ma come vuole che non pianga?
- Non devi piangere, perché non è ora di piangere, questa, per te! - tagliò corto il professore. - Tu sei rimasta sola, figliuola mia, e devi ajutarti da te! Lo capisci che devi ajutarti da te? Ora, sì, ora! Prendere tutto il tuo coraggio a due mani: stringere i denti e far quello che ti dico io!
- Che cosa, professore?
- Niente. Toglierti, prima di tutto, codesti pezzetti di carta dai capelli.
- Oh Dio, - gemette la fanciulla, sovvenendosene, e portandosi subito le mani tremanti ai capelli.
- Brava, così! - incalzò il professore. - Poi andar di là a indossare il tuo abitino di scuola; metterti il cappellino, e venire con me!
- Dove? che dice?
- Al Municipio, figliuola mia!
- Professore, che dice?
- Dico al Municipio, allo stato civile, e poi in chiesa! Perché codesto matrimonio s'ha da fare, s'ha da fare ora stesso; o tu sei rovinata! Vedi come mi sono conciato per te? In marsina! E uno dei testimoni sarò io, come volevi tu! Lascia di qua la tua povera mamma; non pensare più a lei per un momento, non ti paja un sacrilegio! Lei stessa, la tua mamma, lo vuole! Da' ascolto a me: va' a vestirti! Io dispongo tutto di là per la cerimonia: ora stesso!
- No... no... come potrei? - gridò Cesara, ripiegandosi sul letto della madre e affondando il capo tra le braccia, disperatamente. - Impossibile, professore! Per me è finita, lo so! Egli se ne andrà, non tornerà più, mi abbandonerà... ma io non posso... non posso...
Il Gori non cedette; si chinò per sollevarla, per strapparla da quel letto; ma come stese le braccia, pestò rabbiosamente un piede, gridando:
- Non me n'importa niente! Farò magari da testimonio con una manica sola, ma questo matrimonio oggi si farà! Lo comprendi tu... - guardami negli occhi! - lo comprendi, è vero? che se ti lasci scappare questo momento, tu sei perduta? Come resti, senza più il posto, senza più nessuno? Vuoi dar colpa a tua madre della tua rovina? Non sospirò tanto, povera donna, questo tuo matrimonio? E vuoi ora che, per causa sua, vada a monte? Che fai tu di male? Coraggio, Cesara! Ci sono qua io: lascia a me la responsabilità di quello che fai! Va', va' a vestirti, va' a vestirti, figliuola mia, senza perder tempo...
E, così dicendo, condusse la fanciulla fino all'uscio della sua cameretta, sorreggendola per le spalle. Poi riattraversò la camera mortuaria, ne serrò l'uscio, e rientrò come un guerriero nel salottino.

- Non è ancora venuto lo sposo?
I parenti, gl'invitati si voltarono a guardarlo, sorpresi dal tono imperioso della voce; e il Migri domandò con simulata premura:
- Si sente male la signorina?
- Si sente benone! - gli rispose il professore guardandolo con tanto d'occhi. - Anzi ho il piacere d'annunziare a lor signori che ho avuto la fortuna di persuaderla a vincersi per un momento, e soffocare in sé il cordoglio. Siamo qua tutti; tutto è pronto; basterà - mi lascino dire! - basterà che uno di loro... lei, per esempio, sarà tanto gentile - (aggiunse, rivolgendosi a uno degli invitati) - mi farà il piacere di correre con una vettura al Municipio e di prevenire l'ufficiale dello stato civile, che...
Un coro di vivaci proteste interruppe a questo punto il professore. Scandalo, stupore, orrore, indignazione!
- Mi lascino spiegare! - gridò il professor Gori, che dominava tutti con la persona. - Perché questo matrimonio non si farebbe? Per il lutto della sposa, è vero? Ora, se la sposa stessa...
- Ma io non permetterò mai, - gridò più forte di lui, troncandogli la parola, la vecchia signora, - non permetterò mai che mio figlio...
- Faccia il suo dovere e una buona azione? - domandò, pronto, il Gori, compiendo lui la frase questa volta.
- Ma lei non stia a immischiarsi! - venne a dirgli, pallido e vibrante d'ira, il Migri in difesa della madre.
- Perdoni! M'immischio, - rimbeccò subito il Gori, - perché so che lei è un gentiluomo, caro signor Grimi...
- Migri, prego!
- Migri, Migri, e comprenderà che non è lecito né onesto sottrarsi all'estreme esigenze d'una situazione come questa. Bisogna esser più forti della sciagura che colpisce quella povera figliuola, e salvarla! Può restar sola, così, senza ajuto e senz'alcuna posizione ormai? Lo dica lei! No: questo matrimonio si farà non ostante la sciagura, e non ostante... abbiano pazienza!

...continua


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