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In centro non camminavano mai fianco a fianco: Angela stava dall'altra parte della strada, una delle tante cose che amareggiavano Pierre. Anche dal portico di fronte, si vedeva che era imbronciata. Alla fine di via Indipendenza, Pierre le si avvicinò.
- Senti, mi dispiace, non è che dò la colpa a te. Siamo stati sfortunati: Brando si è preso l'influenza, abbiamo scelto un brutto film, poi sí, io avevo voglia di stare con te, ma da soli. Insomma, mi è preso il nervoso. Scusami.
- Pierre, tu dici troppe parolacce, - disse Angela guardandosi intorno. Era un'altra abitudine imposta dalle circostanze. Quella che piú innervosiva Pierre era l'improvviso trasalire e scostarsi, ogni volta che sentiva passi nel corridoio, chiavi nelle toppe, clacson giú in strada. L'atmosfera peggiorava bruscamente, abbracci appassionati interrotti dal ritorno alla realtà.
Angela gli prese le mani. In pubblico non lo faceva mai.
- Lo so che non è facile. Per me è ancora piú difficile, cosa credi? Poi, quasi mi dimenticavo, c'è una bella notizia per noi.
Pierre la interrogò con lo sguardo. Angela sorrise del suo stupore.
- A fine aprile Odoacre sta via da Bologna almeno due settimane, per un convegno. Avremo tutto il tempo che vogliamo per stare insieme, pensa, piú di quanto non ne abbiamo avuto finora! Sei contento?
Poco ci mancò che non si baciassero, lí, davanti a tutti. Angela alzò di poco la mira e gli sfiorò con le labbra la punta del naso. Poi si staccò da lui e sorrise ancora: - Quanto bene ti voglio! Ciao, devo scappare, ma promettimi che dopodomani mi telefoni, sarò sola in casa per tutto il pomeriggio.
- Promesso, - fece Pierre. Angela s'incamminò verso casa ("casa di Odoacre", come diceva lei), in via Castiglione. Pierre pensò che, girala come vuoi, un mezzo bacio sul naso non è una chiavata. Decise di prendersi una cioccolata calda, poi sarebbe andato a trovare Brando. Aveva già pronta la battuta: - Malato sei te, mo la supposta l'ho presa io.


Capitolo 20
Bologna, zona Cirenaica, meno di mezz'ora dopo


- C'ho la febbre a trentotto e mezzo, un gran male alle ossa, mal di panza e diarrea, non posso andare in bottega chissà per quanti giorni, figurati te se mi faccio dei problemi perché oggi non hai potuto chiavare con la moglie di Montroni!
Brando sputò nel pitale ai piedi del letto, poi riprese:
-... che poi tra parentesi se qualcuno vi vede quando entrate o uscite da casa mia, viene giú il finimondo, dammi retta, Pierre, è ora che lasci perdere, lui lí è il capo, tutti parlano bene di lui, se ti scoprono nessuno, dico nessuno, si mette dalla tua parte, tuo fratello ti corre dietro col Bren, e all'Angela tu cosa le puoi offrire? Era orfana, era da sola con un fratello poco normale, Montroni ha salvato la vita a tutti e due, ha addirittura ricoverato lo spastico e se ne prende cura a sue spese, e si mette con te che fai il barista a mezzo servizio e l'unica cosa che sai far bene è il frullone a chinino? Poi ormai l'Angela e Montroni son sposati da tanto tempo, te non sei piú uno sbarbino, e neanch'io c'ho voglia di fare il cinno, cazzo, vi vedete di nascosto in casa mia che non c'entro niente, ti pare che si può continuare cosí? Passami la vestaglia, va', che mi faccio un caffellatte. E pulisciti la bocca, c'hai uno sbaffo di cioccolata.
Pierre sorrise ed eseguí. La sua battuta aveva dato la stura all'incazzo di Brando, che già era un po' scorbutico di suo. In pigiama rattoppato e ciabatte lise, seduto sul bordo del letto coi ciuffi scomposti che cadevano sugli occhi come tirabaci, la barba non fatta da almeno tre giorni, Brando non somigliava piú tanto all'attore, anzi, sembrava un derelitto.
Sí, non aveva tutti i torti, ma non gli piaceva che Ferruccio, il fratello minore di Angela, venisse chiamato "spastico" o "poco normale". Brando era fatto cosí, ci godeva a prendere in giro i matti, i mutilati, gli invalidi. Forse a fare il barbiere - con tutte quelle ore ad ascoltare chiacchiere insulse, recriminazioni e invettive di ogni tipo - si diventava un po' acidi, e se uno lo era già di suo, chissà cos'è che diventava. In via Libia, a pochi metri da casa di Brando, abitava un fruttivendolo senza mani, le aveva perse sul fronte russo e adesso aveva delle specie di uncini. Con l'aiuto della moglie riusciva a fare tutto il lavoro, trasportare le cassette, pesare la frutta, metterla nei sacchetti, addirittura contare i soldi e dare il resto, tenendo le monete strette tra i due ganci e versandole in mano al cliente. Era una brava persona e nessuno l'aveva mai sentito lamentarsi, ma Brando lo aveva preso di mira e soprannominato "Houdini", perché diceva che se lo ammanettavi lui si liberava in men che non si dica. Ogni tanto, mentre tagliava i capelli a qualcuno, raccontava sogghignando aneddoti immaginari su "Houdini" che gli colava sempre il sangue dal naso perché si scaccolava con l'uncino, e altre simili cazzate. Sí, a volte Brando era insopportabile. Ma era un amico.

***

Ferruccio aveva la stessa età di Pierre. Dieci anni prima, la madre sua e di Angela era morta sotto un bombardamento. Lui s'era salvato per miracolo, bloccato sotto le macerie per diverse ore, abbracciato a quel corpo senza vita, sentendolo raffreddarsi e irrigidirsi. Angela non c'era, era andata a ritirare la farina con la tessera annonaria.
Il padre, da tempo ricoverato in sanatorio, era morto di tibicí pochi mesi dopo. Da quei tragici eventi Ferruccio non s'era mai piú ripreso. S'innervosiva per un nonnulla, aveva paura dei tuoni, una volta aveva anche dato un ceffone ad Angela, e c'erano invece dei periodi che non si alzava mai dal letto e non voleva piú parlare con nessuno. Di giorno Angela lavorava, faceva le pulizie al S. Orsola, la sera tornava nell'appartamentino del Comune, e si ritrovava sola con Ferruccio, a volte del tutto assente, altre volte irascibile. Un brutto sogno da cui non poteva risvegliarsi.
Un giorno, alla fine del '47, aveva conosciuto Odoacre, già da anni un medico rispettato. Da sempre antifascista, di famiglia liberale, durante la Resistenza andava a curare di nascosto i partigiani feriti. Dopo la Liberazione s'era iscritto al Pci ed era entrato direttamente nel Comitato federale di Bologna.
Aveva dei bei modi, Odoacre. Un trentottenne distinto e ancora scapolo. Angela era una bella ragazza in miseria. Lui aveva cominciato a farle la corte, finché non s'erano fidanzati e sposati nel '48, poco prima delle elezioni. Nella casa di via Castiglione, avevano sistemato il povero Ferruccio in una cameretta al pianterreno. Ma a Ferruccio Odoacre non piaceva, gli rispondeva male, gli teneva il muso, a volte dava in escandescenze, diceva che era "un delinquente" e solo perché aveva i soldi pensava di approfittarsi di sua sorella. Odoacre non perdeva mai la pazienza, cercava di ragionare, di far calmare il cognato, e a volte ci riusciva, ma Angela era presa da terribili momenti di sconforto. Prima che impazzisse anche lei, Odoacre aveva fatto ricoverare Ferruccio a Villa Azzurra, dalle parti di S. Lazzaro, e da quel giorno se n'era preso cura lui.
Questo era successo all'inizio del '50. Da allora, Ferruccio usciva dalla clinica solo la domenica, quando Angela lo andava a prendere e lo portava al cinema o a passeggiare. A Natale e durante l'estate, Ferruccio restava con Angela e Odoacre anche per una settimana o dieci giorni di fila. I suoi scatti di collera erano piú rari, perché Odoacre gli dava una nuova medicina col nome complicato, una pastiglia modernissima che lo faceva stare piú calmo.
Negli ultimi tre-quattro mesi, Angela aveva trascorso col fratello solo due domeniche al mese, perché le altre le passava con Pierre. Per non insospettire Odoacre, andava a prendere Ferruccio in tassí, poi lo lasciava in compagnia di un'amica, Teresa Bedetti, che era per Angela quello che Brando era per Pierre, amica e complice. Ferruccio aveva problemi nervosi ma non era mica tardo di comprendonio, anzi. Sapeva tutto, ed era pure contento che Angela mettesse le corna al marito. Lui, chissà perché, continuava a detestarlo, anche se non l'aveva piú aggredito verbalmente. Invece Teresa, proprio come Brando, non era mica tanto d'accordo, però era un'amica.
Al cinema, Ferruccio ci andava con Teresa, poi si davano appuntamento e tutti insieme preparavano la storiella da raccontare a Odoacre.

***

- Oh Brando, guarda che non è mica facile. Io all'Angela ci voglio bene. È facile dar dei giudizi per te che la vedi da fuori, ma io lo so che lei Montroni non lo ama. La sua è gratitudine, poi è anche come dici tu, è mancanza di scelte. Mo cosa dovrei fare, rinunciare cosí, senza dire niente?
- E cos'è che devi dire? Non hai speranze. Chi c'ha i soldi va a San Marino, ma in Italia non c'è mica il divorzio, lo sai cosa si dice delle donne separate.
Brando inzuppava il pane nel latte, seduto al tavolo sul quale Pierre e Angela avevano fatto l'amore, una volta. Pierre stava alla finestra: fuori era già buio.
- Ma se perfino Togliatti è sposato con una però sta con un'altra!
- Togliatti è Togliatti, cosa c'entra? L'Angela non lo molla Montroni, non mette suo fratello in mezzo a una strada, e soprattutto non torna a fare la fame solo perché te a letto la soddisfi e Montroni probabilmente no.
- Ma non possono neanche avere dei figli! Me lo ha detto lei che Montroni è sterile...
Brando rimase in silenzio. Si strofinò la mano sulla gaggia ruvida, il mento sicuramente piú pronunciato di quello dell'attore. Pierre si morse le labbra e si diede dell'idiota. Non avrebbe dovuto rivelare un particolare tanto privato. Brando non era diverso dagli altri, dai compagni della Sezione o da quelli come Melega: stimava Montroni, lo metteva su un piedistallo, lo vedeva come un intoccabile, e lo era davvero, quanto può esserlo un pezzo grosso del Partito nella piú grande città rossa d'Italia. Quel riferimento alla sua vita sessuale aveva sicuramente spiazzato o inorridito Brando. Di sicuro nessuno s'era mai figurato Montroni nell'intimità della camera da letto, quel signore sempre elegante e distinto, addirittura un po' tetro, che sorrideva senza mai mostrare i denti. Difficile immaginarselo in pigiama, o ricordare che anche lui, come tutti i comuni mortali, cagava e pisciava tutti i giorni.
Fu Brando a interrompere il silenzio, imbarazzato: - Pierre, te lo ripeto: è meglio che tronchi, prima che succeda qualcosa di grave.
Pierre guardò di fronte a sé, oltre il vetro della finestra. Vide solo una lunga distesa nera.


Capitolo 21
Palm Springs, California, 15 febbraio


Aveva le sopracciglia troppo folte, quasi unite e la fossetta del mento poco pronunciata.
Jean-Jacques Bondurant attraversò il salotto a lunghi passi. Sorriso forzato, mano destra affondata in tasca, ricordava un piazzista al primo appuntamento di lavoro. Si sforzava di apparire disinvolto, come nei teatrini parrocchiali di Montreal, ma la casa di Palm Springs non era la stessa cosa. Il pubblico nemmeno.
Cary lo guardò raggiungere la libreria, sull'altro lato della stanza e lasciò il divano per fermarlo.

...continua


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