FLA. E sempre lo disgustate.
EUG. Ho questo temperamento. Per altro lui lo sa che io gli voglio bene.
FLA. Un poco più d'umiltà, sorella.
EUG. E voi che tenete sempre da lui.
FLA. Io tengo dalla ragione! (guai se non facessi così, è una vipera!).(da sè)
EUG. Chi viene?
FLA. E' il servitore del signore Fulgenzio.
EUG. Non ve l'ho detto? Quanto credete che sia lontano il padrone?
FLA. Aspettate prima. Chi sa che non mandi qualche ambasciata che vi dispiaccia.
EUG. Ha della roba il servitore.
FLA. Povero galant'uomo! è di bonissimo core.
SCENA SECONDA
TOGNINO e dette
TOG. Servo di lor signore.
EUG. Addio, Tognino. Che fa il padrone?
TOG. Sta bene. La riverisce e le manda questo biglietto.
FLA. E qui che ci avete?
TOG. Un po' di frutta.
FLA. Poverino!
EUG. Sentite come mi scrive!(a Flamminia)
FLA. E' sdegnato?
EUG. Vorrebbe far lo sdegnato, ma non lo sa fare. Sentite come principia: Crudelaccia!
FLA. Via, via, è parola d'amore.
EUG. Mi prendo la libertà di mandarvi due frutta perchè possiate raddolcirvi la bocca che avete per solito amareggiata di fele.
FLA. E' amore, è amore!
EUG. Sarei venuto in persona se non avessi temuto accrescere i vostri sdegni.
FLA. Sentite? (ad Eugenia)
...continua
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