La vedova scaltra

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Notte
Camera di locanda con tavola rotonda apparecchiata, sopra cui varie bottiglie di liquori con sottocoppa e bicchieretti, e due tondi con salviette, candelieri con candele.

Milord Rubenif, Monsieur Le Blau, Don Alvaro, il Conte di Bosco Nero.

Tutti a sedere alla tavola rotonda, con bicchieri in mano pieni di vino, cantando una canzone alla francese, intuonata da Monsieur Le Blau, e secondata dagli altri, dopo la quale

Mon. Evviva la bottiglia, evviva l’allegria.
Tutti. Evviva.
Con. Questo nostro locandiere ci ha veramente dato una buona cena.
Mon. È stata passabile; ma voialtri Italiani non avete nel mangiare il buon gusto di Francia.
Con. Abbiamo anche noi de’ cuochi francesi.
Mon. Eh sì, ma quando vengono in Italia , perdono la buona maniera di cuocere. Oh se sentiste cosa si mangia a Parigi! Là è dove si raffinan le cose.
Mil. Voi altri Francesi avete questa malinconia in capo, che non vi sia altro mondo che Parigi. Io sono un buon Inglese, ma di Londra non parlo mai.
Alv. Io rido, quando sento esaltar Parigi. Madrid è la reggia del mondo.
Con. Signori miei, io vi parlerò da vero italiano. Tutto il mondo è paese,
e per tutto si sta bene, quando s’ha dei quattrini in tasca e dell’allegria in cuore.
Mon. Bravo, camerata, viva l’allegria! Dopo una buona cena, ci vorrebbe a conversazione una bella giovane. Siamo vicini al levar del sole, potremo risparmiare d’andare a letto. Ma che dite di quella bella vedova che abbiamo avuto l’onore di servire alla festa di ballo la scorsa notte?
Mil. Molto propria e civile.
Alv. Aveva una gravità, che rapiva.
Mon. Pareva una Francese; aveva tutto il brio delle mademoiselles di Francia.
Con. Certo la signora Rosaura è donna di molto garbo, riverita e rispettata da tutti (e adorata da questo cuore).
Mon. (versa del vino a tutti) Alon: Viva madama Rosaura.
Mil. Viva.
Con. Viva

Monsieur le Blau intuona nuovamente la medesima canzone francese, e, dopo, tutti replicano la strofa.


SCENA II.

Arlecchino e detti.

Arlecchino. Si ferma con ammirazione ad ascoltar la canzone. Terminata che l’hanno, s’accosta alla tavola, si empie un bicchiere di vino, canta anch’egli la canzone stessa, beve, poi col bicchiere se ne va.
Con. Bravo cameriere! Lodo il suo spirito.
Alv. Voi altri ridete di simili scioccherie? In Ispagna un cameriere per tale impertinenza si sarebbe guadagnato cinquanta bastonate.
Mon. E in Francia costui farebbe la sua fortuna. I begli spiriti vi sono applauditi.
Mil. Voi altri stimate gli uomini di spirito, e noi quelli di giudizio.
Mon. Ma torniamo al nostro proposito. Quella vedova mi sta nel cuore.
Alv. Io già sospiro per lei.
Con. Vi consiglio a non fissarvi in questo pensiero.
Mon. Perché‚?
Con. Perché‚ la signora Rosaura è una donna nemica d’amore, sprezzante degli uomini e incapace di tenerezza. (Meco solo grata e pietosa.)
Mon. Eh, sia pur ella selvaggia più d’una belva, se un vero Francese, come sono io, arriva a dirle alcuni di que’ nostri concetti, fatti apposta per incantar le donne, vi giuro che la vedrete sospirare e domandarmi pietà
Alv. Sarebbe la prima donna che negasse corrispondenza a Don Alvaro di Castiglia. Gli uomini della mia nascita hanno il privilegio di farsi correr dietro le femmine.
Con. Eppure con questa né la disinvoltura francese, né‚ la gravità spagnola potrà ottenere cosa alcuna. So quel che dico; la conosco, credetelo a un vostro amico.
Mon. Stanotte la vidi guardarmi sì attentamente, che ben m’accorsi

...continua


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