La patente

Ah, seguitate?

Marranca
Non parlo più. Che vuole che vada a fare in casa di... di questo... di questo galantuomo?

D'Andrea
Gli direte che il giudice istruttore ha da parlargli, e lo introdurrete subito da me.

Marranca
Subito, va bene, signor cavaliere. Ha altri comandi?

D'Andrea
Nient'altro. Andate.

Marranca esce, tenendo la porta per dar passo ai tre Giudici colleghi, che entrano con le toghe e i tocchi in capo e scambiano i saluti col D'Andrea; poi vanno tutti e tre a guardare il cardellino nella gabbia.

Primo Giudice
Che dice eh, questo signor cardellino?

Secondo Giudice
Ma sai che sei davvero curioso con codesto cardellino che ti porti appresso?

Terzo Giudice
Tutto il paese ti chiama: il Giudice Cardello

Primo Giudice
Dov'è, dov'è la gabbiolina con cui te lo porti?

Secondo Giudice (prendendola dalla scrivania a cui s'è accostato)
Eccola qua! Signori miei, guardate: cose da bambini! Un uomo serio...

D'Andrea
Ah, io, cose da bambini, per codesta gabbiola? E voi, allora, parati così?

Terzo Giudice
Ohè, ohè, rispettiamo la toga!

D'Andrea
Ma andate là, non scherziamo! siamo in "camera caritatis". Ragazzo, giocavo coi miei compagni "al tribunale". Uno faceva da imputato; uno, da presidente; poi, altri da giudici, da avvocati... Ci avrete giocato anche voi. Vi assicuro che eravamo più serii allora!

Primo Giudice
Eh, altro!

Secondo Giudice
Finiva sempre a legnate!

Terzo Giudice (mostrando una vecchia cicatrice alla fronte)
Ecco qua: cicatrice d'una pietrata che mi tirò un avvocato difensore mentre fungevo da regio procuratore!

D'Andrea
Tutto il bello era nella toga con cui ci paravamo, nella toga era la grandezza, e dentro di essa noi eravamo bambini.

...continua


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